Blitz anti-scafisti: presa la banda che organizzava sbarchi clandestini

Blitz anti-scafisti: presa la banda che organizzava sbarchi clandestini

PATTI (Messina) – CASTELVETRANO (Trapani) – Un’operazione coordinata dei Carabinieri ha portato allo smantellamento di una pericolosa organizzazione criminale dedita al traffico di migranti dalla Tunisia alla Sicilia. Cinque cittadini tunisini, di età compresa tra i 25 e i 42 anni, sono stati arrestati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dalla disponibilità di armi.

L’operazione, condotta tra le province di Messina e Trapani, rappresenta un colpo significativo alle reti criminali che sfruttano la disperazione dei migranti per lucrosi affari illegali.

L’indagine: mesi di pedinamenti e intercettazioni

L’inchiesta, coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina e delegata ai Carabinieri della Compagnia di Patti, ha documentato nei mesi scorsi l’esistenza di una stabile organizzazione criminale specializzata nell’organizzazione di traversate clandestine dal Nord Africa. I trafficanti richiedevano ingenti somme di denaro ai migranti in cambio del pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo.

Le indagini hanno rivelato una struttura criminale ben organizzata, con una chiara ripartizione dei ruoli tra i membri e la conferma della disponibilità di armi da parte degli indagati, circostanza che ha aggravato notevolmente le accuse.

Il blitz è scattato dopo l’emissione di un decreto di fermo per pericolo di fuga e gravità degli indizi, successivamente convalidato dalle autorità giudiziarie di Patti e Marsala. È seguita poi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tutti gli indagati.

Lo sbarco della notte: il caso che ha fatto scattare l’operazione

L’episodio chiave che ha accelerato l’operazione risale alla notte del 12 giugno 2025, quando circa 20 migranti – tra cui 2 donne e 5 minori – sono stati trasportati illegalmente dalla Tunisia e fatti sbarcare sulla costa trapanese. Una volta giunti a terra, i migranti sono stati soccorsi dalle autorità e trasferiti al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Trapani per i controlli sanitari e le procedure di identificazione.

Questo sbarco ha fornito agli investigatori gli elementi decisivi per stringere il cerchio attorno all’organizzazione criminale e procedere con gli arresti.

Il “colpo” più significativo: l’evaso ricatturato

Tra i fermati figura un elemento di particolare rilevanza investigativa: un 31enne tunisino identificato come scafista, che lo scorso 9 marzo 2025 era riuscito a evadere dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. La sua fuga, durata oltre tre mesi, si è conclusa con la cattura nell’ambito di questa operazione antitratta.

L’uomo, considerato un elemento di spicco dell’organizzazione, aveva ripreso le attività criminali subito dopo l’evasione, inserendosi nella rete di trafficanti che operava tra le coste siciliane e tunisine.

Una rete ramificata nel territorio

Le indagini hanno evidenziato come alcuni degli arrestati risultassero stabilmente residenti nella provincia tirrenica, in particolare nella zona compresa tra Capo d’Orlando e Patti. Questo radicamento territoriale permetteva al gruppo di operare con maggiore facilità, sfruttando conoscenze locali e basi logistiche per organizzare gli sbarchi.

La presenza di armi nell’organizzazione testimonia il livello di pericolosità del gruppo, disposto evidentemente a usare la violenza per proteggere i propri interessi criminali e intimidire eventuali testimoni o concorrenti.

Gli sviluppi giudiziari

I fatti sono ora al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari di Messina, individuato come competente per territorio dopo la convalida dei provvedimenti da parte delle autorità giudiziarie di Patti e Marsala.

L’operazione si inserisce in un più ampio contesto di contrasto ai traffici illegali nel Mediterraneo, dove le organizzazioni criminali continuano a sfruttare le rotte migratorie per enormi profitti, mettendo a rischio la vita di centinaia di persone disperate.

Il contrasto al fenomeno

Il successo dell’operazione dimostra l’efficacia della collaborazione tra le diverse autorità competenti e l’importanza di un approccio coordinato nella lotta contro il traffico di esseri umani. La Sicilia, per la sua posizione geografica, rimane uno dei principali punti di approdo per i flussi migratori irregolari dal Nord Africa, rendendo necessario un controllo costante delle coste e delle reti criminali che operano nel settore.

L’arresto dei cinque tunisini rappresenta un importante risultato nella lotta contro queste organizzazioni, ma gli investigatori non escludono ulteriori sviluppi dell’inchiesta, che potrebbero portare all’identificazione di altri complici e alla scoperta di ulteriori ramificazioni della rete criminale.

La vicenda dell’evaso ricatturato, in particolare, evidenzia come il sistema penitenziario debba rafforzare le misure di sicurezza per evitare che elementi pericolosi possano tornare rapidamente a delinquere una volta fuggiti dalla custodia.


L’operazione si conclude con un bilancio positivo per le forze dell’ordine, che hanno dimostrato ancora una volta la loro capacità di contrastare efficacemente i traffici illegali che minacciano la sicurezza e sfruttano la vulnerabilità dei migranti. I cinque arrestati dovranno ora rispondere delle gravi accuse davanti alla magistratura.

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