Cuoco bengalese ucciso a coltellate sulla Cristoforo Colombo: secondo omicidio in un mese

Cuoco bengalese ucciso a coltellate sulla Cristoforo Colombo: secondo omicidio in un mese

ROMA – Un’altra vita spezzata nella notte romana. Mamun Miah, cuoco bengalese di 27 anni, è stato ucciso a coltellate nella notte tra sabato 28 e domenica 29 giugno in via Cristoforo Colombo, all’altezza del civico 399, nella zona della Montagnola. Una tragedia che riapre le ferite di una comunità già duramente colpita.

Il giovane aveva appena terminato il suo turno di lavoro in un ristorante vicino a piazza Venezia quando, come ogni sera, si è fermato con alcuni amici nello spiazzo verde di via dell’Arcadia, a pochi passi dalla sua abitazione. Un momento di relax dopo una lunga giornata di lavoro che si è trasformato in un incubo.

La dinamica dell’omicidio

Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia Eur, che stanno conducendo le indagini, Mamun si è trovato coinvolto in una discussione con un uomo di origine nordafricana, completamente sconosciuto agli amici presenti. La lite è degenerata rapidamente e il 27enne è stato colpito da un unico fendente al torace, probabilmente mortale perché ha raggiunto il cuore.

Gli amici hanno immediatamente allertato i soccorsi, ma per Mamun non c’è stato nulla da fare. I sanitari del 118 lo hanno trovato riverso sul marciapiede, a qualche centinaio di metri dall’area verde dove si trovava con la comitiva, e hanno tentato disperatamente di rianimarlo sul posto. Il giovane è morto prima di arrivare in ospedale.

Le indagini in corso

L’omicida è fuggito subito dopo l’aggressione, facendo perdere le proprie tracce nel parco vicino. I carabinieri della Stazione Roma San Sebastiano e della Compagnia Roma Eur sono al lavoro per rintracciarlo, analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza della zona. Sebbene l’area non sia direttamente coperta da videosorveglianza, le verifiche si stanno estendendo agli impianti più distanti che potrebbero aver ripreso l’arrivo o la fuga dell’aggressore.

Le prime ipotesi investigative, basate anche sulle testimonianze dei conoscenti della vittima, suggeriscono che si sia trattato di un tentativo di rapina finito in tragedia. Tuttavia, gli inquirenti non escludono altre piste e stanno approfondendo le motivazioni che hanno scatenato la lite fatale. Nelle prossime ore si procederà con l’autopsia per chiarire ulteriori dettagli sulla dinamica dell’omicidio.

Una comunità sotto shock

La notizia della morte di Mamun ha suscitato rabbia e profondo dolore nella comunità bengalese della Capitale. I parenti della vittima, che si trovano in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Il giovane cuoco era conosciuto e apprezzato nel quartiere, dove viveva da diversi anni dedicandosi al lavoro con passione e dedizione.

Particolarmente inquietante è il fatto che si tratta del secondo omicidio di un lavoratore bengalese nell’area di Roma e provincia in poche settimane. Il 27 maggio scorso, infatti, era stato ucciso Nahid Miah, 36 anni, gestore di un distributore di benzina a Tor San Lorenzo, nel comune di Ardea. In quel caso si era trattato di una rapina finita nel sangue, per la quale è stato arrestato un 18enne del posto.

Un allarme sicurezza

L’episodio riaccende i riflettori sulla sicurezza nella periferia romana, in particolare nella zona della Montagnola, dove negli ultimi mesi si sono verificati diversi episodi di criminalità. La morte di Mamun Miah rappresenta non solo una perdita incolmabile per la sua famiglia e i suoi amici, ma anche un campanello d’allarme per le istituzioni chiamate a garantire la sicurezza di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine.

La comunità bengalese, che da anni contribuisce al tessuto sociale ed economico della Capitale attraverso il lavoro nei ristoranti, nei negozi e in altri settori, chiede giustizia per Mamun e maggiore attenzione alle problematiche di sicurezza che affliggono le periferie romane.

Le indagini proseguono senza sosta. I carabinieri confidano di poter identificare al più presto l’assassino e di fare luce su una tragedia che ha spezzato una giovane vita e gettato nel dolore un’intera comunità.

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