Sicilia, fermati due trafficanti del Bangladesh per violenze sui migranti

Sicilia, fermati due trafficanti del Bangladesh per violenze sui migranti

POZZALLO (RG) – 2 luglio 2025 – Due cittadini del Bangladesh sono stati fermati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lesioni personali, dopo essere stati identificati come gli scafisti responsabili di violenze fisiche sui migranti durante una traversata dal Nord Africa verso le coste italiane.

L’operazione, condotta congiuntamente da Guardia Costiera di Pozzallo, Squadra Mobile della Polizia di Stato di Ragusa e Sezione Operativa della Guardia di Finanza di Pozzallo, rappresenta un nuovo tassello nella lotta contro il traffico di esseri umani nel Mediterraneo centrale.

Il salvataggio e le prove decisive

Il blitz è scattato il 27 giugno scorso, quando un aeromobile della Guardia Costiera decollato dalla Base Aeromobili di Catania ha intercettato un’imbarcazione in difficoltà a circa 100 miglia nautiche dalla costa siciliana. A bordo si trovavano 44 migranti, tra cui le vittime delle violenze.

Le immagini riprese dall’aereo si sono rivelate decisive non solo per coordinare le operazioni di soccorso, ma anche per documentare le aggressioni in corso. La motovedetta CP 325 della Guardia Costiera di Pozzallo, allertata dall’aeromobile, ha raggiunto rapidamente l’imbarcazione e tratto in salvo tutti i migranti.

“Le riprese aeree hanno permesso di documentare in tempo reale le violenze perpetrate a bordo dell’imbarcazione”, spiegano gli investigatori. “Questo materiale è stato fondamentale per ricostruire i fatti e identificare i responsabili.”

Le indagini e i fermi

L’articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, ha portato all’identificazione dei due presunti scafisti del Bangladesh. Le prove raccolte, integrate dalle testimonianze dei migranti salvati, hanno consentito di ricostruire il quadro delle violenze subite durante la traversata.

Il Giudice delle indagini preliminari, su richiesta della Procura, ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per entrambi gli indagati. Le accuse a loro carico sono pesanti: oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dovranno rispondere anche di lesioni personali per le violenze documentate.

Un fenomeno in crescita

L’episodio di Pozzallo non è isolato. Negli ultimi mesi, le forze dell’ordine hanno intensificato le operazioni contro i trafficanti di esseri umani, ponendo particolare attenzione anche alle condizioni di viaggio imposte ai migranti. Le violenze fisiche durante le traversate rappresentano un aggravamento delle già precarie condizioni di sicurezza e costituiscono reati perseguibili autonomamente.

“Non si tratta solo di contrastare il traffico illegale”, sottolineano gli investigatori, “ma di tutelare la dignità e l’incolumità delle persone coinvolte in questi viaggi della speranza.”

La cooperazione tra forze dell’ordine

Il successo dell’operazione evidenzia l’importanza della sinergia tra i diversi corpi di polizia. La Guardia Costiera, con i suoi mezzi aerei e navali, la Squadra Mobile della Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno lavorato in coordinamento per garantire sia il soccorso tempestivo sia la raccolta delle prove necessarie per l’azione giudiziaria.

L’utilizzo di tecnologie avanzate, come le riprese aeree, si sta rivelando sempre più cruciale nelle operazioni di contrasto al traffico di migranti, permettendo di documentare reati che altrimenti sarebbero difficili da provare in tribunale.

Le prospettive future

L’operazione di Pozzallo si inserisce in una strategia più ampia di contrasto alle organizzazioni criminali che gestiscono i flussi migratori irregolari nel Mediterraneo. Le autorità stanno sviluppando nuove tecniche investigative e potenziando la cooperazione internazionale per smantellare le reti dei trafficanti.

Il caso evidenzia come la lotta contro l’immigrazione clandestina debba necessariamente accompagnarsi alla tutela dei diritti umani, perseguendo non solo chi organizza i viaggi illegali, ma anche chi si rende responsabile di violenze e soprusi ai danni delle persone più vulnerabili.


L’indagine è coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa. I due fermati sono attualmente in custodia cautelare in carcere in attesa degli sviluppi processuali.

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