Immigrazione Clandestina a Frosinone: Scoperte 24 False Domande di Lavoro per Bangladesi
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Frosinone hanno scoperto e smantellato un sofisticato sistema di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che utilizzava false istanze di lavoro per consentire l’ingresso irregolare in Italia di cittadini extracomunitari, principalmente di origine bangladese.
L’operazione ha portato alla denuncia di una dipendente di un patronato con sede nella provincia di Latina, accusata di aver presentato 24 richieste di nulla osta al lavoro completamente fittizie. La donna avrebbe sfruttato la sua posizione di fiducia per creare un canale illecito di ingresso sul territorio nazionale.
Il Meccanismo della Frode
Secondo le indagini, la dipendente aveva utilizzato come “datore di lavoro fantoccio” una ditta edile di Monte San Giovanni Campano, che risultava completamente ignara delle pratiche presentate a suo nome. L’azienda, inconsapevole della truffa, si è ritrovata coinvolta in un sistema fraudolento che simulava rapporti di lavoro mai realmente instaurati.
“Si tratta di un caso che evidenzia la necessità di controlli sempre più stringenti sulle procedure di assunzione di lavoratori stranieri”, spiegano gli investigatori. “La frode sfruttava le normali procedure burocratiche per aggirare le leggi sull’immigrazione”.
Controlli Rafforzati
Il caso assume particolare rilevanza nel contesto delle nuove normative entrate in vigore nel 2025, che prevedono controlli ancora più rigorosi per i lavoratori provenienti da Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka. Per questi Paesi, il rilascio del nulla osta è sempre subordinato al parere favorevole della Questura competente e alla preliminare verifica da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
L’indagine è stata possibile grazie ai controlli incrociati tra le domande di nulla osta e le effettive capacità occupazionali delle aziende coinvolte, che hanno fatto emergere le incongruenze.
Le Conseguenze
La dipendente del patronato dovrà rispondere dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falsificazione di documenti, che comportano sanzioni severe secondo la normativa italiana. L’operazione ha permesso di bloccare un canale che avrebbe potuto consentire l’ingresso irregolare di almeno 24 persone sul territorio nazionale.
Il caso solleva interrogativi sulla necessità di rafforzare i controlli sui patronati e sugli intermediari che gestiscono le pratiche di immigrazione per lavoro, evidenziando come questi enti possano essere sfruttati per attività illegali quando mancano adeguate verifiche.
Un Fenomeno in Crescita
L’episodio di Frosinone non è isolato. Negli ultimi mesi, le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli su questo tipo di frodi, che rappresentano una delle modalità più diffuse per aggirare le normative sull’immigrazione regolare.
“La vigilanza su questi meccanismi è fondamentale non solo per la sicurezza, ma anche per tutelare i lavoratori stranieri regolari e le aziende che operano nella legalità”, concludono gli investigatori.
L’indagine prosegue per verificare se il network coinvolga altre persone o enti, mentre si intensificano i controlli su pratiche simili in tutto il territorio nazionale.