Migrazione, l’Europa accelera: “Procedure rapide entro il 2025

Migrazione, l’Europa accelera: “Procedure rapide entro il 2025

Bruxelles vuole anticipare le norme del Patto. L’Italia spinge per salvare il modello Albania

La Commissione europea fa retromarcia e chiede di velocizzare l’applicazione delle nuove regole sull’asilo. Obiettivo: superare la sentenza UE che ha bocciato i “paesi sicuri”

BRUXELLES – L’Europa ha fretta. Dopo mesi di tentennamenti e scontri giuridici, la Commissione europea ha deciso di premere sull’acceleratore e chiede a Parlamento e Consiglio di anticipare l’entrata in vigore delle norme chiave del Patto sulla migrazione e l’asilo, originariamente previste per giugno 2026.

La mossa arriva dopo la doccia fredda della Corte di Giustizia UE, che ha di fatto smontato il concetto di “paese sicuro” così come era stato concepito finora. Una sentenza che ha mandato in tilt i piani di diversi Stati membri, Italia in testa, costringendo Bruxelles a un clamoroso cambio di strategia.

IL PIANO DELL’ACCELERAZIONE

La proposta della Commissione punta dritto al cuore del problema: anticipare l’applicazione di due elementi cruciali del nuovo Patto. Da una parte le procedure “rapide” per esaminare le domande di asilo considerate manifestamente infondate, dall’altra l’istituzione di una lista comune europea di paesi di origine “sicuri”.

Non si tratta di una semplice accelerazione burocratica. È la risposta politica a una crisi che rischiava di paralizzare l’intero sistema europeo di gestione dell’asilo. La Commissione, dopo aver cambiato interpretazione sulla possibilità di definire un paese “sicuro”, ora conferma che le nuove norme del Patto lo consentiranno, ma vuole bruciare i tempi.

I PAESI NELLA LISTA NERA

L’elenco dei paesi candidati a finire nella lista “sicura” non lascia spazio a interpretazioni: Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia. Tutti accomunati da un dato inequivocabile: tassi di riconoscimento delle richieste d’asilo in Europa sotto il 5%.

Per i richiedenti provenienti da questi paesi scatteranno procedure accelerate con tempi massimi di tre mesi e possibilità di trattenimento durante l’iter. Una stretta che promette di rivoluzionare la gestione dei flussi migratori alle frontiere europee.

L’ITALIA E IL NODO ALBANIA

Il cambio di passo europeo arriva come una boccata d’ossigeno per l’Italia, alle prese con le crescenti difficoltà del modello Albania. I centri voluti dal governo Meloni per processare i migranti fuori dai confini nazionali sono finiti nel mirino della magistratura europea e degli enti per i diritti umani.

La Commissione riconosce implicitamente che le attuali norme non permettono di considerare alcuni paesi come “sicuri” quando vi sono persecuzioni di categorie specifiche di persone. Un’ammissione che conferma come il modello albanese sia nato su basi giuridiche traballanti.

I TEMPI DELLA POLITICA

Ma l’accelerazione voluta da Bruxelles non sarà immediata. Il processo di anticipazione richiede comunque mesi di attuazione e dovrà superare l’approvazione del Parlamento e del Consiglio europeo. Tempi che potrebbero dilatarsi ulteriormente se dovessero emergere resistenze politiche.

L’urgenza è però palpabile. L’Europa si trova stretta tra la pressione dell’opinione pubblica, sempre più insofferente verso i flussi migratori incontrollati, e i vincoli giuridici imposti dalle sue stesse istituzioni.

LA SFIDA DEI DIRITTI

La partita si gioca anche sul terreno dei diritti fondamentali. Le organizzazioni umanitarie hanno già alzato le barricate contro procedure che considerano troppo sbrigative e potenzialmente lesive delle garanzie dei richiedenti asilo.

Ma Bruxelles sembra aver fatto la sua scelta: meglio procedure più rapide ed efficienti che un sistema paralizzato dai ricorsi e dalle lungaggini burocratiche. La sfida ora è trovare il giusto equilibrio tra efficienza e tutele, in un momento in cui l’Europa non può più permettersi di temporeggiare.

Il 2026 sembrava lontano, ora potrebbe essere molto più vicino. E con esso, una nuova fase della politica migratoria europea.

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